C’è la volontà di superare una visione assistenzialista dell’anziano, la volontà di creare le condizioni per rispondere a bisogni non solo sanitari. Un servizio che permetta alle persone anziane di avere risposte sul territorio, di riconquistarsi autonomia. Servizio che porta la firma della Fondazione Pelù che nel progetto investe risorse – non solo di idee, ma anche economiche – e di Misericordia che a quel progetto dà gambe.
La possibilità per chi è anziano di contattare un numero telefonico (0585.43742) e avere qualcuno che l’accompagni a fare la spesa, a comprare le medicine, a spedire un pacco alle Poste e – perché no – a fare i capelli. Per uscire dallo stereotipo della vecchietta con la crocchia. Il servizio muove i primi passi nell’ottobre del 2020 fino al dicembre, una sorta di esperienza “pilota” che dà ottimi risultati, tanto che Fondazione e Misericordia lo ripropongono nel 2021 e ora anche per il 2022: «La Fondazione – spiega Piera Teresa Canale Pelù che la presiede – è promotrice di numerosi progetti, invito la cittadinanza a consultare il nostro sito per conoscerli». E tra i tanti progetti quello che punta ad attenuare la solitudine di chi è privo di sostegni sociali, di relazioni, di supporto psicologico: «Dall’inizio del progetto – fa il punto Bruno Ciuffi, presidente della Misericordia – abbiamo svolto 200 servizi agli anziani della durata di 90 minuti ciascuno. Abbiamo accompagnato persone in banca, dal parrucchiere, a fare la spesa, in caso di difficoltà o maltempo ci siamo sostituiti a loro, occupandoci in prima persona di fare commissioni o acquisti. Settanta persone ci hanno chiesto di accompagnarle all’hub o dal medico per fare il vaccino anti covid, abbiamo ricevuto 300 chiamate». Stare insieme e dare un mano.
E se all’inizio è l’anziano a chiedere aiuto, il rapporto diventa presto biunivoco ed è il volontario della Misericordia a contattarlo, a chiedere di cosa abbia bisogno, se voglia fare due chiacchiere. Molto spesso l’anziano ha un solo bisogno: la relazione. E allora telefona e racconta, parla, cerca un interlocutore. E, non a caso, Misericordia ha scelto di formare alcuni operatori garantendo il servizio con le stesse persone, consentendo di creare un rapporto che non sia formale ed istituzionale.
La relazione diventa risposta ai bisogni e spesso rivela mondi non conosciuti: «Quando si entra nelle case, si scoprono le difficoltà, le necessità». La povertà taciuta.
«Siamo stati contattati da una famiglia – racconta Bruno Ciuffi – che aveva bisogno di ricevere le medicine a casa. Presto però i nostri volontari si sono resi conti che i bisogni erano altri, che la povertà impediva a quella famiglia di mettere in tavola il pranzo e la cena, che dietro la grande dignità, c’era la sofferenza. Abbiamo garantito a quella famiglia il pacco alimentare, abbiamo assicurato un sostegno psicologico».
Da qualche mese, per chi lo desideri, quel sostegno è fornito anche da due suore della congregazione “Figlie di Maria Missionari” (il Battolla) che raggiungono gli anziani a casa e condividono con loro un percorso spirituale.
La Fondazione Pelù sa bene che se molti chiamano la Misericordia per chiedere auto, molti altri, pur avendo bisogno di sostegno, quell’aiuto non lo chiedono. Ecco quindi una nuova declinazione del progetto, pensata dalla dottoressa Paola Viviani, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione. Declinazione che prevede – come spiega il segretario Gianni Pasqualini – il coinvolgimento dei servizi sociali di Asl e Comune e dei medici di famiglia per la segnalazione di anziani soli, in difficoltà. Per dare risposte non solo a chi alza il telefono, ma anche a chi non lo fa. Per insicurezza, inconsapevolezza o perché il disagio è tale che anche chiedere auto diventa difficile. Un progetto di solidarietà. Un risposta di Fondazione e Misericordia alla città.